giovedì 28 febbraio 2013

CAPITOLO 12 Qhuinn e Blay


Capitolo 12 Qhuinn e Blay



Gli occhi di Qhuinn si posarono su Blay che con un martello in mano e un chiodino in bocca stava fissando qualcosa alla porta.

Anzi no, non un qualcosa ma uno spago da cui pendevano come perle di una collana sei lingue nere. Il trofeo della nottata.

Qhuinn guardò il suo amico con gli occhi spalancati prima di rendersi conto che era senza cappuccio.

Con una mossa rapida, impossibile da notare ad occhi umani, entrambi si spostarono mettendosi con le spalle appoggiate al muro a fianco alla porta.

Adesso c'era solo quello a dividerli! Solo il muro divideva le loro forti spalle. Ma se quello era un muro reale e fisico, un altro fatto di parole non dette, sentimenti non espressi, li divideva l'un dall'altro.



Un silenzio carico di tensione e nervosismo scese fra di loro mentre entrambi fissavano il vuoto davanti ai loro occhi.



Blay?” chiese Qhuinn con un sussurro Ciao amico mio come stai? Avrebbe voluto chiedergli ma tacque.

Qhuinn” fu la risposta Come stai? Hai mangiato? Riesci a stare in piedi? Avrebbe voluto aggiungere il simpatico guerriero.



Nuovamente calò un silenzio imbarazzato, nessuno dei due osava parlare.



Cosa stavi facendo?” chiese Qhuinn rompendo quel silenzio intollerabile, cercando un qualcosa da dire per solo sentire la sua voce rispondergli. Dio quanto gli mancava la sua voce!!

Io... ho appeso il bottino della nottata” gli rispose con una punta d'orgoglio. “Comunque non è tutto merito mio” si affrettò ad aggiungere “Con me c'erano anche Xhex e John e una appartiene a Tohr, che ci ha raggiunti in azione!”

Qhuinn non rispose subito. Stava pensando ai suoi amici in pericolo per lui, alla battaglia avvenuta. Lui avrebbe dovuto andare fuori, non loro!

State tutti bene?” si affrettò a chiedere colmo di sensi di colpa.
Si. Solo John si è preso una pugnalata in un polpaccio. Come al solito si è messo di mezzo per proteggere Xhex. Ma quella femmina sa il fatto suo, e lui si è fatto ferire per nulla. Se continua così si farà ammazzare inutilmente” concluse con un risolino tirato.


Qhuinn non rispose subito. Si sentiva in colpa, e poi cosa poteva dire? Lui avrebbe fatto lo stesso... per Blay e anche per John stesso, visto l'amicizia e il suo ruolo.

Un altro silenzio lungo calò tra i due.

Come stai tu? Quanto vorrei entrare e controllare la tua salute. Stringerti la mano e imboccarti, tenerti vicino a me. Mi manchi tantissimo, non mollare Qhuinn ce la faremo i pensieri di Blay giravano vorticosi

Sai fra poco rientreranno anche gli altri e vedrai che ci sarà un altra catena da aggiungere” disse invece ad alta voce mentre pensava, ti prego parlami, dimmi qualsiasi cosa, ma parla, rigirandosi il martelletto fra le mani.



Forse dovrei mettermi il cappuccio, forse dovrei chiedergli di entrare. Ho voglia di vederlo, ho voglia di sentirlo vicino. Vorrei tanto che mi abbracciasse e mi dicesse che tutto finirà bene che nessuno si ammazzerà per salvarmi anche i pensieri di Qhuinn erano in pieno tumulto.

Ma invece non si spostò dal muro, non raccolse il cappuccio e si limitò a rispondere.

Bene. Spero che stiano tutti bene” commentò freddamente senza lasciare trasparire le sue emozioni.

Un altro silenzio imbarazzante cadde tra loro.

Nessuno dei due aveva il coraggio di andarsene e salutare l'altro, entrambi morivano dalla voglia di spiegarsi, di ricostruire il loro rapporto almeno a livello di amicizia ma nessuno se la sentiva di fare il primo passo. Un largo baratro si era scavato fra di loro, troppo difficile superarlo.

Troppa la paura di sentirsi ancora una volta respinti.



Blay?” la voce di Qhuinn tremava leggermente “Sei ancora qua?” gli chiese ti prego dì di si, non te ne andare ho bisogno di sentire la tua voce



Si. Sono qua” anche Baly gli rispose tremante nascondendo il suo stato d'animo con un colpo di tosse Vorrei andarmene. Dovrei andarmene. Se gli importasse di me mi farebbe entrare e invece. Ma non ci riesco. Fa male saperlo ma porca puttana come sto male a non potergli stare vicino.



Ancora silenzio.



Qhuinn moriva dalla voglia di farlo entrare. Sarebbe bastato mettersi il cappuccio e poi avrebbe potuto guardarlo negli occhi, ammirare i suoi muscoli, la sua camminata così sexi, i suoi occhi profondi e dolci. Ma non voleva fargli del male. Lui era diventato un qualcosa di imperfetto, senza contare che la vita di Blay doveva andare avanti visto che adesso aveva Saxton. Lui era solo un impiccio. Dio non poteva rovinargli l'esistenza, doveva solo sparire dalla vita del suo amico... del suo amore.

Dovresti andare” gli disse invece No ti prego resta, non andartene non lasciarmi solo “devi riposarti. E poi ci sarà Saxton che ti aspetta” lo odio, come odio mio cugino, potessi lo farei a fettine ma non posso toccarlo, non posso fare del male a Blay



Blay ascoltò in silenzio le sue parole. Una pugnalata non gli avrebbe fatto peggio. Qhuinn lo stava mandando via, lo stava allontanando da se ancora una volta. Io non amo Saxton, lui è solo un amico. Non tornerò da lui. Adesso ho capito che senza di te, nulla ha senso. Adesso che ho paura di perderti riesco a capire, quanto ormai sia impossibile fare a meno di te

Bene. Hai ragione devo andare” disse a voce alta, forse fin troppo alta, con gli occhi gonfi dal dispiacere “Allora vado” aggiunse Fermami. Dimmi di rimanere, dimmi di entrare, ti prego, dimmi che hai bisogno di me!!



Ciao allora” gli rispose Qhuinn Vai amico mio, amore mio! Vai e vivi la tua vita. Adesso ho capito,ma è tardi. Non posso e non voglio rovinare la tua vita.



Di nuovo il silenzio cadde, di nuovo ad entrambi le parole mancarono dalla bocca.

Blay?” chiese Qhuinn dopo qualche istante Resta

Si?” rispose lui chiedimi di restare

Stai attento in battaglia” rispose Qhuinn non ti fare ammazzare amico mio, io non sopravviverei senza sapere che sei felice e vivo mentre l'odore del vampiro innamorato si spargeva nella stanza.

Certo” rispose lui non posso lasciarti da solo, non finché almeno tutto non si sarà risolto. Poi ti lascerò libero, lo so che non mi vuoi tra i piedi.



Di nuovo il silenzio imbarazzato cadde nessuno dei due riusciva a salutare l'altro, nessuno dei due voleva salutare l'altro. Ma non sapevano cosa dirsi, le parole della loro mente dovevano restare lì confinate dalla paura e dalla vergogna di ammettere qualcosa di troppo doloroso.



A rompere quel momento, a fortificare il muro di timidezza che stava vacillando, arrivò un innocente Fritz che aveva ricevuto l'ordine di portare a Qhuinn da mangiare.



Buongiorno padrone Blay. Sono venuto a portare il cibo al padrone Qhuinn. Il vostro pasto è apparecchiato in tavola.” rispose cortese e tranquillo senza rendersi conto di avere interrotto il legame di parole non dette che si era instaurato tra i due guerrieri.



Si certo tanto stavo andando” gli rispose Blay girandosi a guardare il muro. Sapeva che Qhuinn era lì dietro. Dietro a quella porta, dietro a quel muro. Sarebbe bastato entrare, e... parlare. Ma non era il momento, la paura del rifiuto era ancora troppo grande e con un sospiro si allontanò nel corridoio.

Sarebbe andato a farsi una doccia, avrebbe partecipato all'ultimo pasto, e poi sarebbe andato a dormire. Da solo! Si perché ormai sapeva che Saxton non era parte della sua vita. La paura di perdere in maniera definitiva Qhuinn gli aveva aperto gli occhi del tutto.



Qhuinn non vide Blay andare via con gli occhi, lo sentì con l'odore e con il cuore. Sentì ancora una volta rafforzarsi il muro che li divideva. Non aveva avuto il coraggio di farsi avanti. Certo nelle condizioni in cui era sarebbe stato solo un atto di egoismo puro. Non avrebbe potuto dargli nulla, non avrebbe potuto amarlo come avrebbe voluto. Le sue fantasie erotiche sarebbe rimaste tali. Ma sentire quei passi che si allontanavano era doloroso. Eppure accettò la cosa, mesto accettò la situazione. Forse se un giorno avrebbe riavuto il suo onore... I pensieri s'interruppero troppo dolorosi, troppo duro immaginarsi il futuro.

Grazie Fritz” disse semplicemente al vecchio doggen che posava il vassoio sulla scrivania.

A Qhuinn bastò un attimo per capire che conteneva tutti i suoi piatti preferiti. Lo stavano viziando pensò con la commozione che gli stringeva il petto.

Spero sia di vostro gradimento. E... la dottoressa Jane mi ha detto di ricordarvi di mangiare il più possibile” aggiunse sorridente.

Ok. Vediamo di accontentarla” rispose dando una pacca alla spalla del maggiordomo.

Lui si girò e gli sorrise. Era molto felice di vedere come era soddisfatto il suo padrone, lui viveva solo per soddisfare i suoi padroni.

Poi trotterellando uscì dalla porta lasciando Qhuinn da solo davanti al suo pasto.



Mangiare fu più difficile di quello che si immaginava, ma lentamente scegliendo le pietanze dove c'era meno da masticare Qhuinn mangiò quasi tutto. Poi con un sospiro rassegnato si mise sul letto augurandosi di riuscire a prendere sonno.

Almeno così per qualche ora si sarebbe dimenticato di quanto male gli facesse non solo la bocca ma soprattutto il cuore.




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