Capitolo
12 Qhuinn e Blay
Gli
occhi di Qhuinn si posarono su Blay che con un martello in mano e un
chiodino in bocca stava fissando qualcosa alla porta.
Anzi
no, non un qualcosa ma uno spago da cui pendevano come perle di una
collana sei lingue nere. Il trofeo della nottata.
Qhuinn
guardò il suo amico con gli occhi spalancati prima di rendersi conto
che era senza cappuccio.
Con
una mossa rapida, impossibile da notare ad occhi umani, entrambi si
spostarono mettendosi con le spalle appoggiate al muro a fianco alla
porta.
Adesso
c'era solo quello a dividerli! Solo il muro divideva le loro forti
spalle. Ma se quello era un muro reale e fisico, un altro fatto di
parole non dette, sentimenti non espressi, li divideva l'un
dall'altro.
Un
silenzio carico di tensione e nervosismo scese fra di loro mentre
entrambi fissavano il vuoto davanti ai loro occhi.
“Blay?”
chiese Qhuinn con un sussurro Ciao amico mio come stai? Avrebbe
voluto chiedergli ma tacque.
“Qhuinn”
fu la risposta Come stai? Hai mangiato? Riesci a stare in
piedi? Avrebbe voluto aggiungere
il simpatico guerriero.
Nuovamente
calò un silenzio imbarazzato, nessuno dei due osava parlare.
“Cosa
stavi facendo?” chiese Qhuinn rompendo quel silenzio intollerabile,
cercando un qualcosa da dire per solo sentire la sua voce
rispondergli. Dio quanto gli mancava la sua voce!!
“Io...
ho appeso il bottino della nottata” gli rispose con una punta
d'orgoglio. “Comunque non è tutto merito mio” si affrettò ad
aggiungere “Con me c'erano anche Xhex e John e una appartiene a
Tohr, che ci ha raggiunti in azione!”
Qhuinn
non rispose subito. Stava pensando ai suoi amici in pericolo per lui,
alla battaglia avvenuta. Lui avrebbe dovuto andare fuori, non loro!
“State
tutti bene?” si affrettò a chiedere colmo di sensi di colpa.
“Si.
Solo John si è preso una pugnalata in un polpaccio. Come al solito
si è messo di mezzo per proteggere Xhex. Ma quella femmina sa il
fatto suo, e lui si è fatto ferire per nulla. Se continua così si
farà ammazzare inutilmente” concluse con un risolino tirato.
Qhuinn
non rispose subito. Si sentiva in colpa, e poi cosa poteva dire? Lui
avrebbe fatto lo stesso... per Blay e anche per John stesso, visto
l'amicizia e il suo ruolo.
Un
altro silenzio lungo calò tra i due.
Come
stai tu? Quanto vorrei entrare e controllare la tua salute.
Stringerti la mano e imboccarti, tenerti vicino a me. Mi manchi
tantissimo, non mollare Qhuinn ce la faremo i
pensieri di Blay giravano vorticosi
“Sai
fra poco rientreranno anche gli altri e vedrai che ci sarà un altra
catena da aggiungere” disse invece ad alta voce mentre pensava, ti
prego parlami, dimmi qualsiasi cosa, ma parla, rigirandosi
il martelletto fra le mani.
Forse
dovrei mettermi il cappuccio, forse dovrei chiedergli di entrare. Ho
voglia di vederlo, ho voglia di sentirlo vicino. Vorrei tanto che mi
abbracciasse e mi dicesse che tutto finirà bene che nessuno si
ammazzerà per salvarmi anche i
pensieri di Qhuinn erano in pieno tumulto.
Ma
invece non si spostò dal muro, non raccolse il cappuccio e si
limitò a rispondere.
“Bene.
Spero che stiano tutti bene” commentò freddamente senza lasciare
trasparire le sue emozioni.
Un
altro silenzio imbarazzante cadde tra loro.
Nessuno
dei due aveva il coraggio di andarsene e salutare l'altro, entrambi
morivano dalla voglia di spiegarsi, di ricostruire il loro rapporto
almeno a livello di amicizia ma nessuno se la sentiva di fare il
primo passo. Un largo baratro si era scavato fra di loro, troppo
difficile superarlo.
Troppa
la paura di sentirsi ancora una volta respinti.
“Blay?”
la voce di Qhuinn tremava leggermente “Sei ancora qua?” gli
chiese ti prego dì di si, non te ne andare ho bisogno di
sentire la tua voce
“Si.
Sono qua” anche Baly gli rispose tremante nascondendo il suo stato
d'animo con un colpo di tosse Vorrei andarmene. Dovrei andarmene.
Se gli importasse di me mi farebbe entrare e invece. Ma non ci
riesco. Fa male saperlo ma porca puttana come sto male a non
potergli stare vicino.
Ancora
silenzio.
Qhuinn
moriva dalla voglia di farlo entrare. Sarebbe bastato mettersi il
cappuccio e poi avrebbe potuto guardarlo negli occhi, ammirare i suoi
muscoli, la sua camminata così sexi, i suoi occhi profondi e dolci.
Ma non voleva fargli del male. Lui era diventato un qualcosa di
imperfetto, senza contare che la vita di Blay doveva andare avanti
visto che adesso aveva Saxton. Lui era solo un impiccio. Dio non
poteva rovinargli l'esistenza, doveva solo sparire dalla vita del suo
amico... del suo amore.
“Dovresti
andare” gli disse invece No ti prego resta, non andartene non
lasciarmi solo “devi riposarti. E poi ci sarà Saxton che ti
aspetta” lo odio, come odio mio cugino, potessi lo farei a
fettine ma non posso toccarlo, non posso fare del male a Blay
Blay
ascoltò in silenzio le sue parole. Una pugnalata non gli avrebbe
fatto peggio. Qhuinn lo stava mandando via, lo stava allontanando da
se ancora una volta. Io non amo Saxton, lui è solo un amico. Non
tornerò da lui. Adesso ho capito che senza di te, nulla ha senso.
Adesso che ho paura di perderti riesco a capire, quanto ormai sia
impossibile fare a meno di te
“Bene.
Hai ragione devo andare” disse a voce alta, forse fin troppo
alta, con gli occhi gonfi dal dispiacere “Allora vado” aggiunse
Fermami. Dimmi di rimanere, dimmi di entrare, ti prego, dimmi che
hai bisogno di me!!
“Ciao
allora” gli rispose Qhuinn Vai amico mio, amore mio! Vai e vivi
la tua vita. Adesso ho capito,ma è tardi. Non posso e non voglio
rovinare la tua vita.
Di
nuovo il silenzio cadde, di nuovo ad entrambi le parole mancarono
dalla bocca.
“Blay?”
chiese Qhuinn dopo qualche istante Resta
“Si?”
rispose lui chiedimi di restare
“Stai
attento in battaglia” rispose Qhuinn non ti fare
ammazzare amico mio, io non sopravviverei senza sapere che sei
felice e vivo mentre l'odore del vampiro innamorato si spargeva
nella stanza.
“Certo”
rispose lui non posso lasciarti da solo, non finché almeno
tutto non si sarà risolto. Poi ti lascerò libero, lo so che non mi
vuoi tra i piedi.
Di
nuovo il silenzio imbarazzato cadde nessuno dei due riusciva a
salutare l'altro, nessuno dei due voleva salutare l'altro. Ma non
sapevano cosa dirsi, le parole della loro mente dovevano restare lì
confinate dalla paura e dalla vergogna di ammettere qualcosa di
troppo doloroso.
A
rompere quel momento, a fortificare il muro di timidezza che stava
vacillando, arrivò un innocente Fritz che aveva ricevuto l'ordine di
portare a Qhuinn da mangiare.
“Buongiorno
padrone Blay. Sono venuto a portare il cibo al padrone Qhuinn. Il
vostro pasto è apparecchiato in tavola.” rispose cortese e
tranquillo senza rendersi conto di avere interrotto il legame di
parole non dette che si era instaurato tra i due guerrieri.
“Si
certo tanto stavo andando” gli rispose Blay girandosi a guardare il
muro. Sapeva che Qhuinn era lì dietro. Dietro a quella porta, dietro
a quel muro. Sarebbe bastato entrare, e... parlare. Ma non era il
momento, la paura del rifiuto era ancora troppo grande e con un
sospiro si allontanò nel corridoio.
Sarebbe
andato a farsi una doccia, avrebbe partecipato all'ultimo pasto, e
poi sarebbe andato a dormire. Da solo! Si perché ormai sapeva che
Saxton non era parte della sua vita. La paura di perdere in maniera
definitiva Qhuinn gli aveva aperto gli occhi del tutto.
Qhuinn
non vide Blay andare via con gli occhi, lo sentì con l'odore e con
il cuore. Sentì ancora una volta rafforzarsi il muro che li
divideva. Non aveva avuto il coraggio di farsi avanti. Certo nelle
condizioni in cui era sarebbe stato solo un atto di egoismo puro. Non
avrebbe potuto dargli nulla, non avrebbe potuto amarlo come avrebbe
voluto. Le sue fantasie erotiche sarebbe rimaste tali. Ma sentire
quei passi che si allontanavano era doloroso. Eppure accettò la
cosa, mesto accettò la situazione. Forse se un giorno avrebbe
riavuto il suo onore... I pensieri s'interruppero troppo dolorosi,
troppo duro immaginarsi il futuro.
“Grazie
Fritz” disse semplicemente al vecchio doggen che posava il
vassoio sulla scrivania.
A
Qhuinn bastò un attimo per capire che conteneva tutti i suoi piatti
preferiti. Lo stavano viziando pensò con la commozione che gli
stringeva il petto.
“Spero
sia di vostro gradimento. E... la dottoressa Jane mi ha detto di
ricordarvi di mangiare il più possibile” aggiunse sorridente.
“Ok.
Vediamo di accontentarla” rispose dando una pacca alla spalla del
maggiordomo.
Lui
si girò e gli sorrise. Era molto felice di vedere come era
soddisfatto il suo padrone, lui viveva solo per soddisfare i suoi
padroni.
Poi
trotterellando uscì dalla porta lasciando Qhuinn da solo davanti al
suo pasto.
Mangiare
fu più difficile di quello che si immaginava, ma lentamente
scegliendo le pietanze dove c'era meno da masticare Qhuinn mangiò
quasi tutto. Poi con un sospiro rassegnato si mise sul letto
augurandosi di riuscire a prendere sonno.
Almeno
così per qualche ora si sarebbe dimenticato di quanto male gli
facesse non solo la bocca ma soprattutto il cuore.
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