mercoledì 13 febbraio 2013


CAPITOLO   4    Una speranza inaspettata



Zsadist chiuse la porta e afferrò Bella stringendola a sé. Il suo cuore martellava impazzito mentre i ricordi lo sommergevano con il loro dolore.

Dio un'altra sparizione! Non era una femmina questa volta ma un guerriero che sarebbe stato torturato per ottenere informazioni.

Quello che aveva passato da schiavo sarebbe stato nulla in confronto a quello che poteva succedere a quel ragazzo.

“Zsadist” la voce di Bella sembrava provenire da lontano. “Zsadist lo troverete” mormorò lei dolcemente.

Lui la guardò. Gli occhi neri erano due pozzi profondi e pieni solo di paura.

“Lo so” mormorò con un sospiro. Avrebbero mosso mari e monti, e il suo pugnale avrebbe ucciso senza pietà chiunque avesse fatto del male a quel ragazzo.

Prese un sospiro e abbassò la testa contro la spalla della sua shellan “Lo troverete” ribadì lei con gli occhi umidi di lacrime.





Nella tana le cose non andavano meglio. Gli altri si erano radunati tutti lì. Senza che nessuno avesse detto nulla a parte Wrath e Beth, i fratelli e le shellan rimasti si erano ritrovati in quel angusto spazio.

Nessuno voleva stare da solo. Avevano bisogno di compagnia e di non pensare.

Il dolore si può attutire se si pensa ad altro, se ci si rifiuta di farsi travolgere da esso. Ed era quello che insieme stavano provando a fare.

Ma non c'era verso. La tristezza dilagava sopra loro, avvolgendoli in una ragnatela spessa fatta di preoccupazione e impotenza.

Le ore passavano pigre e lente, senza notizie, senza certezze o speranze.

Presto il sole sarebbe tramontato, presto le sentinelle che erano uscite sperando in un colpo di fortuna sarebbero rientrate e i guerrieri sarebbero usciti alla ricerca di Qhuinn.

Nessuno ne parlava, nessuno voleva ammetterlo ma se lui avesse ceduto, se lui sotto le torture avesse parlato, la magione avrebbe potuto essere attaccata e le loro shellan massacrate mentre loro erano fuori a cercarlo.

Eppure dovevano rischiare. Non c'era scelta.

Nessun onore a rintanarsi come conigli spaventati.

Nessuna possibilità di indugiare. Lui era uno di loro!

Sarebbero usciti in coppie e avrebbero catturato quanti più lessar possibili, li avrebbero interrogati e massacrati fino a quando qualcuno non avrebbe parlato. E allora... allora i loro nemici dovevano solo sperare che Qhuinn fosse vivo altrimenti... il sangue nero avrebbe ricoperto ogni strada di Caldwell.




Phury riprese forma al santuario. Per fortuna le Elette a lui affidate erano tutte in buona forma appurò dopo aver parlato con la Direttrice. Si erano spaventate ma erano più forti di quello che pensasse constatò con un sorriso stringendo a se Cormia.

Lei almeno era al sicuro. Forse sarebbe stato meglio portare tutte le loro shellan lì ma sapeva che loro si sarebbero rifiutate di stare lontano dai loro hellren. Per Cormia era diverso, era un po' come essere tornata a casa con le sue sorelle.

 
“Avete notizie di Qhuinn?” chiese Cormia preoccupata. Era bella malgrado le rughe di preoccupazione gli solcassero la fronte e i suoi occhi tristi e spaventati gli stringessero il cuore.

“No. Ma abbiamo iniziato a muoverci. Sono venuto per dirti che sto bene ma che questa notte scenderò sul campo con i miei fratelli” lei annui.

Sapeva che era inevitabile. Anche se era il Primale lui non si sarebbe mai tirato indietro. Era stato ed era tutt'ora un guerriero prima di tutto, un fratello fin nell'anima.

E un fratello non abbandona mai un altro fratello.  Mai!

Era una legge non scritta ma insindacabile. Non era sempre stato così, anzi in passato i guerrieri erano solo delle belve solitarie, ma questo gruppo di guerrieri era più forte e unito di quanto lo fossero mai stato prima chiunque avesse portato il marchio della confraternita sul petto...

Cormia gli accarezzo il viso teso e preoccupato.

“Gli vuoi bene vero?” gli chiese dolcemente.

Lui annui “Sono stato il suo insegnate ed è un maschio di valore. Lo ha dimostrato tante volte sia con John, sia in azione E adesso si è sacrificato per salvarvi, per salvare te e le altre Elette. E ciò non lo posso dimenticare, non posso ignorare il suo valore e il suo sacrificio come chiunque dei miei fratelli” rispose con un filo di voce.

Lei voleva ribattere che sapeva e avrebbe pregato per loro con tutte le sue sorelle quando Layla arrivò di corsa.

Lo chignon che portava era in disordine, ciocche sparse avvolgevano il suo viso rendendolo ancora più bello perché imperfetto come una femmina qualsiasi. E i respiri rapidi e concitati erano una cosa alquanto inusuale alla bella Eletta che non si scomponeva mai. La sua rigida educazione l'avrebbero dovuta rendere imperturbabile davanti a quegli avvenimenti inaspettati, ma evidentemente qualcosa era cambiato.

“Avete notizie di Qhuinn, Primale?” gli chiese ansiosa fermandosi trafelata a pochi passi da Phury



Lui la guardò stupito. Layla sempre composta era una delle Elette più posate e compassate che conoscesse ma dal tono di voce e dall'atteggiamento si intuiva facilmente il suo profondo turbamento.

Poi ricordò. Era lei che si occupava insieme a Selena di nutrire i guerrieri senza shellan o impossibilitati a bere da loro come V e Rhage. Era normale che avesse sviluppato un particolare rapporto con i ragazzi. Anche se Phury non immaginava mai più quanto profondo esso fosse proprio con Qhuinn.


“Mi spiace Layla. E' stato catturato dai lesser” le disse inondandola con il giallo dei suoi occhi e abbracciandola a se. Cormia non era gelosa. Non avrebbe mai potuto esserlo. Sapeva che il cuore del guerriero dalla chioma multicolore era suo e suo soltanto. Ma lui era come un padre per tutte loro, una guida e una fonte di sicurezza. Lui era il Primale e loro si aspettavano da lui conforto, sicurezza e guida come erano state educate a pensare.

Layla lo guardò cercando la menzogna nei suoi occhi. Ma non c'era traccia di essa, c'era solo compassione e comprensione.

Non poteva crederci! Non era possibile! Non Qhuinn! Non lui!

“Lo andrete a liberare vero? I fratelli lo salveranno? Non potete abbandonarlo” gli chiese sentendo la disperazione entrarle nel cuore mentre si scostava agitata e in preda al panico.

Phury sospirò affranto e le strinse le mani “Lo cercheremo. Questa notte tutti noi usciremo a caccia e guai ai lesser che cadranno sotto i nostri pugnali. Purtroppo non sappiamo dove sia, altrimenti colpiremmo a colpo sicuro. Ma faremo parlare i nostri nemici. Non intendiamo abbandonarlo. Lotteremo e uccideremo per lui. Sempre! Fino a quando non lo troveremo o non lo avremo vendicato per permettergli di entrare nel Fado con onore.”

Layla lo guardò e vide la sincerità nei suoi occhi, sentì la dedizione e la convinzione nelle parole del Primale ma non capiva il perché disperasse nel trovarlo. Lei sapeva dov'era, lei poteva condurlo da Qhuinn. Poi capì che nessuno sapeva del loro legame, del loro patto.

Primale” disse con un sorriso timido abbassando gli occhi “io posso condurvi da lui”

Phury sgranò gli occhi incredulo “Come è possibile? Come fai a sapere dove si trova?” le chiese preso dall'urgenza.

“Lui ha bevuto il mio sangue ed io... io ho fatto lo stesso” mormoro abbassando gli occhi. Non era una cosa normale. Anzi era una situazione del tutto insolita e imprevista, addirittura imbarazzante. Essa infatti andava contro ogni consuetudine, ogni regola.

“Hai davvero bevuto da lui?” chiese esterrefatto il grosso guerriero dalla chioma multicolore completamente all'oscuro del loro legame.

Lei arrossì.

Temeva di poter essere sgridata, per il loro gesto così fuori dagli schemi, ma con un filo di voce confermò ciò che avevano fatto. “Si. Ho bevuto dal suo polso come lui fa con me” ammise.

Normalmente ci si scambiava il sangue solo se legati dal sacro vincolo del matrimonio, ma loro lo avevano fatto di nascosto e solo come amicizia dal momento che il cuore di Qhuinn apparteneva a Blay.

Phury, passato un primo momento di stupore, avrebbe voluto urlare di gioia. Quelle parole erano la cosa più bella che avesse sentito negli ultimi mesi seconde solo al “Si” di Cormia e alla nascita di Nalla.

“Layla sei meravigliosa” gli disse d'impulso stringendola a se. Poi si voltò verso Cormia.

“Devo andare via con lei. Dobbiamo dirlo a Wrath, dobbiamo prepararci.”.

La sua shellan gli sorrise e lo baciò con delicatezza “Stai attento hellren mio”.

“Ti amo Cormia” gli rispose lui di getto poi si girò verso Layla e le disse “Andiamo Eletta, abbiamo un ragazzo da salvare”.





Qhuinn riprese conoscenza solo per rendersi conto che il suo inferno non era finito. Non aveva più voce. Aveva gridato come un matto mentre i suoi aguzzini gli ferivano la pelle con le frustate e i ferri roventi o gli rompevano le ossa. Sapevano dove colpire per provocare dolore senza uccidere. Sapevano che sarebbe guarito in fretta e loro avrebbero continuato il loro gioco finché impazzito dal dolore non avrebbe ceduto e risposto alla loro domanda.

Qhuinn infatti non aveva ancora parlato, non aveva ancora risposto all'unico quesito che continuavano a porgli senza pietà: “Dove si trova la confraternita? Dov'è il vostro covo? Il vostro re?”

Lui scosse la testa “Fanculo bastardi” sibilò ancora una volta sputando un grumo di sangue formatosi sulle labbra spaccate addosso al lesser più vicino.

Il volto pallido del fore-lesser si avvicinò ai suoi occhi.

“Sei un vampiro testardo ragazzo. Io sono sicuro che ce lo dirai” sibilò tra i denti con un sogghigno che non faceva presagire nulla di buono “Sono certo che m'implorerai di ascoltarti tra poco” aggiunge sorridendo maligno e mettendogli davanti agli occhi una strana pinza.

“Sei pronto a rinnegare la tua natura?” gli chiese poi si girò verso i suoi sgherri “Tenetegli la testa ferma”.

Qhuinn si sentì raggelare. Era legato nudo su quel tavolo, in quel buco di sotterraneo, da quando aveva ripreso conoscenza dopo essere stato catturato. Aveva resistito alle loro torture aggrappandosi all'odio e all'amore. Odio nei confronti dei suoi aguzzini e amore per i suoi fratelli e amici che non voleva tradire. Ma adesso aveva paura, una paura folle di non riuscire più a tacere.

E quando le pinze si avvicinarono al suo viso capì che era giunto al capolinea.


Wrath accolse le notizie portate da Phury con un sospiro di sollievo. Adesso avevano una speranza. E questa si diffuse per la casa come un balsamo avvolgendo tutti gli abitanti. I guerrieri abbracciarono le loro shellan e iniziarono a preparare le armi. Poche ore li separavano dalla notte. Poche ore nelle quali sarebbe stato deciso il loro futuro.

Se Qhuinn avesse parlato al loro ritorno avrebbero trovato solo dolore e macerie altrimenti lo avrebbero salvato e se nel frattempo fosse morto avrebbero onorato il suo sacrificio con il versamento del sangue nero.

Anche Rehv, Xhex e Manello vennero richiamati alla base. Era inutile che stessero fuori a rischiare. Dovevano prepararsi per la lunga notte che li attendeva.


Wrath e Beth scesero le scale con il fido George a guidare i passi del re cieco. Davanti a loro in assetto di guerra c'erano tutti fratelli e le loro shellan.

L'intera confraternita era radunata davanti al suo re mentre una strana elettricità pervadeva l'aria intorno a loro.

Wrath si fermò davanti ai suoi uomini, ai suoi fratelli. Non li poteva vedere ma sentiva l'odore dell'eccitazione. Percepiva il freddo odio di Zsadist, la preoccupazione di Blay, l'impazienza di Rhage che stentava a tenere a freno la bestia dentro di lui, l'agitazione di Vishous che stava fumando l'ennesima sigaretta rollata a mano, la decisione di Payne che giocherellava con un pugnale, la determinazione di Tohr e Butch e la rabbia di John che stringeva a se una Xhex fredda e determinata come l'assassina che era.

In quel momento rimpianse di essere cieco. Avrebbe voluto condurre i suoi uomini, afferrare il suo pugnale e guidarli in battaglia ma non era quello il suo destino. Ora era re. Non toccava a lui scendere sul campo malgrado lo desiderasse con tutto il suo cuore.

Rehvenge si avvicinò a lui e gli mise un mano sulla spalla. Lui sapeva quello che stava pensando il re. La sua griglia emotiva era fin troppo chiara e i suoi sentimenti troppo simili ai suoi. Anche lui aveva una responsabilità sulle spalle.

“Fra cinque minuti si alzeranno le tapparelle.” gli ricordò appoggiandosi pesantemente al suo bastone.

Wrath annui e prese la parola mentre un silenzio carico d'attesa per le sue decisioni scese nella sala.

“Fratelli. Sapete benissimo quale è il nostro compito. Sapete benissimo che la vita di Qhuinn dipende da voi e dal vostro valore. Ma non dimenticate che la vostra sicurezza è un bene troppo importante per metterla a repentaglio” iniziò a parlare. Quel discorsino sembrava superfluo, anche inutile. Sapeva che tutti erano degli ottimi guerrieri ma sapeva anche che qualche fratello avrebbe combattuto al limite delle possibilità. E lui non poteva permettersi di perdere dei valorosi guerrieri, già perdere Qhuinn sarebbe stato tragico ma vedere morire qualcuno di loro nel tentativo magari vano di salvarlo sarebbe stato disastroso. Le sue preoccupazioni erano rivolte principalmente verso John e Blay. Quei tre erano legati in una maniera del tutto particolare ed erano giovani ed impulsivi.

Ecco perché aveva chiesto a Xhex di vegliare su John e a Vishous di badare a Blaylock.

Alle sue parole seguì un silenzio carico di significati.

“Agiremo così” continuò sapendo che era necessario dare delle linee guide e un piano con cui agire. Ne aveva discusso con Rehv ed era certo che fosse la soluzione migliore.

“Layla può trovare Qhuinn seguendo il suo sangue e può portarsi con lei due guerrieri che le copriranno le spalle. Andranno quindi Phury e Zsadist con l'incarico di proteggerla” iniziò a spiegare.

La scelta non era stata fatta a caso. Phury era il Primale e il responsabile delle Elette e non avrebbe mai accettato di mandare Layla senza verificarne la sua sicurezza e Z non si sarebbe separato facilmente dal gemello.

“Quando saranno là, V troverà la vostra posizione con il GPS e guiderà Rhage, Blay, John e Xhex come copertura.” continuò senza indugi “ Butch e Tohr invece raggiungeranno gli altri con le auto.”

La notizia causò un brontolio alla sua destra. Non proveniva dallo sbirro che sapeva che smaterializzarsi era impossibile per lui e che era abituato a seguire i suoi fratelli in auto. Le macchine d'altronde sarebbero servite non solo per riportare indietro Qhuinn che probabilmente se la stava passando male ma anche qualche fratello che poteva venire ferito nello scontro. Era Tohr a non gradire l'esclusione ma Wrath aveva ponderato a lungo le sue decisioni. Il capo della confraternita non era ancora al cento per cento della forma e quello scontro sarebbe stato duro e sanguinoso.

 A difendere casa, se ce ne fosse necessità rimarrò io, Rehv e Payne.” concluse.

“Mio signore, sapete benissimo che io so combattere. Posso andare con gli altri guerrieri” s'intromise Payne accigliata da quell'esclusione.

“Lo so Payne. Ma so che qualcuno deve rimanere. E siccome sarebbe impossibile trattenere qua John e Blay visto il legame che li lega a Qhuinn, e che gli altri sono indispensabili, credo che stavolta tocchi a te rimanere di riserva. Se le cose si mettessero male li raggiungerai con Rehvenge” concluse con un tono di voce che non ammetteva repliche.

Il silenzio cadde sull'intera confraternita mentre un sordo rumore annunciava l'alzarsi delle tapparelle accompagnato dal pianto di Nalla.

Lei all'oscuro di tutto e del pericolo che li sovrastava stava reclamando le attenzioni della sua mamma che con le lacrime agli occhi osservò il suo hellren smaterializzarsi insieme a Layla e Phury.




Il bosco era coperto di neve. Il terreno gelato scricchiolò sotto le suole degli stivali dei gemelli mentre prendevano forma a un centinaio di metri da un edificio isolato.

Era una vecchia fattoria apparentemente in disuso. Lo steccato intorno era andato in pezzi e dal tetto mancavano diverse tegole. Anche le finestre erano rotte in più punti e tutto sembrava sul punto di sfasciarsi sotto i loro occhi.

Phury strinse la mano a Layla “Sei sicura? Qhuinn è li dentro?” le chiese con gentilezza guardandola attentamente. L'Eletta era pallida come la neve che la circondava e non stava tremando per il freddo ma per la tensione che la percorreva come una corrente elettrica.

Si” disse in un sussurro spaventato. Zsadist che stava osservando il terreno circostante alla ricerca di tracce di nemici indicò a Phury due macchine semi nascoste da una palizzata. “Credo abbia ragione. Guarda!”.

Il Primale annui e si voltò verso l'eletta. “Layla. Adesso devi andare a raggiungere le tue sorelle al sicuro.” le ordinò guardando Z che si era appostato dietro ad un albero e stava mandando un messaggio a Vishous per aggiornare i guerrieri della situazione e richiedere il loro intervento.

“Ma Primale, se Quinn avesse bisogno di sangue?” chiese lei scuotendo la testa.

“Ti chiameremo. Qui non puoi rimanere è troppo pericoloso” le intimò lui con un sospiro.

Lei fece per rispondere quando un urlo spaventoso ruppe il silenzio della notte.

“Qhuinn!” sibilò Zsadist e senza attende il gemello iniziò a correre verso la casa.

“Maledizione Z aspetta!” gli gridò dietro Phury poi si voltò verso Layla “Sparisci” le intimò e senza aspettare di controllare cosa facesse lei si precipitò dietro al gemello.



Un colpo di pistola lacerò il silenzio della notte... la battaglia era iniziata.


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