venerdì 22 febbraio 2013

CAPITOLO 10 Il verdetto


Capitolo 10 Il verdetto



Un silenzio carico di significati e tensione aveva seguito le ultime parole di Wrath allorché lui riprese a parlare

Poiché hai dimostrato di essere un maschio di valore e visto che il tuo fisico è ancora debilitato per le ferite ricevute avrai il permesso di risiedere in questa casa fino a che tu non sia completamente guarito. Solo quando i nostri medici daranno il permesso sarai allontanato da questa dimora. Fino ad allora rimarrai chiuso nella tua camera, fino a nuovi ordini, e ti sarà fatto divieto d'incontrare chiunque. Rimarrai in isolamento e se dovrai presentarti al nostro cospetto sarai tenuto ad indossare il cappuccio rosso della vergogna”.

Qhuinn abbassò la testa. Era preparato sapeva che la sentenza sarebbe stata questa ma sentirla pronunciare da Wrath e vedere gli sguardi tristi dei guerrieri intorno a lui gli fece male. Era come se gli avessero strappato anche il cuore oltre alle zanne e una lacrima gli scappò dagli occhi.

Per fortuna che aveva il cappuccio pensò altrimenti avrebbe fatto la figura dello smidollato davanti a tutti.

Alle parole di Wrath era seguito il silenzio e solo quando il re riprese a parlare Qhuinn alzò la testa in cerca di uno sguardo di compassione o speranza.



Tuttavia la Vergine Scriba ha disposto che tu possa riacquistare il tuo onore dimostrando all'intera comunità il tuo valore” disse Wrath guardando il suo guerriero con gli occhi che gli brillavano di speranza.

Qhuinn li alzò guardando il suo re con il cuore che batteva furioso.

Cosa devo fare mio signore?” chiese con la speranza che gli traboccava nel cuore.

Wrath gli sorrise. Aveva percepito l'odore di Qhuinn mutare dalla disperazione alla speranza e con un sospirò gli spiegò quello che l'attendeva. “Dovrai combattere Qhuinn, e strappare le lingue ai lesser. Quando ne avrai raccolte duecentosettanta le porteremo al santuario e la Vergine Scriba ti renderà il tuo onore” le parole di Wrath risuonarono nelle orecchie incappucciate di Qhuinn cariche di promesse e disperazione.

Promesse perché aveva un modo di redimersi, disperazione perché sapeva che sarebbe stata un impresa quasi impossibile da affrontare.

Per quanto in gamba fosse, il numero era elevato e combattere da solo, senza appoggio e senza forze a causa della mancanza di sangue delle femmine della sua razza era un impresa disperata.

Ma lui era già disperato. Per cui non avrebbe avuto importanza. Avrebbe combattuto, magari sarebbe morto ma ci avrebbe provato.

A volte basta la speranza a darti forze che non potresti avere in maniera differente e che non immagini nemmeno.

Ma ricordati Qhuinn che non sei solo. La confraternita non lascia mai soli i propri membri. Mai!!” le parole del re furono il segnale.

Non si erano messi d'accordo, non ne avevano parlato, Wrath non avrebbe mai chiesto o ordinato nulla ai suoi guerrieri.

Lui era solo sicuro dei vincoli che li univano e dell'onore dei suoi più fedeli sudditi.

Qhuinn aveva rinunciato al suo per loro e adesso era il momento che anche loro rinunciassero a qualcosa per lui.

E non ci fu bisogno di parole, Wrath conosceva il cuore di ognuno dei presenti.



Fu Blay il primo a capire cosa intendesse dire il re e ad agire. Con un gesto fluido si lasciò cadere su un ginocchio e dopo aver dato una rapida occhiata a Wrath spostò lo sguardo pieno d'amore su Qhuinn ed estraendo il pugnale dalla lama nera, lo piantò ai suoi piedi nel pavimento di legno con un sonoro botto che risuonò in tutta la sala.

Il mio pugnale e il mio braccio sono al servizio di Qhuinn” disse con orgoglio rimanendo in ginocchio con lo sguardo fermo e fisso sul cappuccio cremisi del suo migliore amico.

Le sue parole strapparono un sorriso compiaciuto a Wrath che annui “Ed io ne prendo atto” gli rispose.



Vicino a lui John lo imitò piantando il suo pugnale davanti a lui poi con le mani ripeté la medesima frase.

Al suo fianco anche Xhex piantò il suo pugnale vicino a quello di John dopo avergli lanciato un occhiata di traverso “Il mio hellren ha parlato anche per me. I nostri pugnali colpiranno assieme al servizio di Qhuinn”.

John si voltò a guardarla, non era sorpreso ma neanche decisamente felice dal momento che per il suo istinto protettivo faceva fatica ad accettare che lei scendesse in strada a combattere al fianco dei fratelli. Ma tacque, c'era la vita di Qhuinn in gioco e lui era pronto a proteggere la sua shellan con la vita se fosse stato necessario.

Uno dopo l'altro tutti i fratelli si lasciarono cadere in ginocchio e piantarono i loro pugnali nel pavimento lanciando sorrisi pieni di affetto a Qhuinn.

Lui da sotto il cappuccio girava la testa nel vedere i guerrieri inginocchiarsi al suo livello e piantare i loro pugnali nel pavimento in un segno di rispetto e di impegno nei suoi confronti. Sotto il cappuccio alcune lacrime iniziarono a scivolare davanti a quei gesti carichi di amicizia.



Manello guardava affascinato la scena. I guerrieri a iniziare da Blay seguito da tutti gli altri, a turno s'inginocchiavano e piantavano il pugnale per terra, pronunciando quello che sembrava un giuramento, con lo sguardo alto e fiero.

Piantati sul pavimento c'erano ormai diversi pugnali e, quando Payne fece lo stesso, sentì un nodo d'orgoglio invadergli l'anima e il corpo. Lei era una guerriera e lui si sentì fiero nel vederla piantare il pugnale per terra malgrado qualcosa gli gridasse che lui avrebbe dovuto impedirglielo. Era la sua donna in fondo, ma sapeva che lei era forte, anche più di lui.

Erano rudi guerrieri avvezzi a sfidare la morte e le ferite e quel semplice atto era un giuramento che avrebbero rispettato fino alla morte ma era soprattutto un gesto di rispetto e amore per quel ragazzo che li osservava emozionato da sotto quel cappuccio scarlatto.

C'erano vincoli talmente forti fra di loro, e l'aria era così carica di elettricità che Manny ne fu travolto.

Rispetto, onore, amicizia erano espressi e nascosti dietro quei vestiti di pelle e l'aria da duri. Qhuinn stesso aveva provato a fare lo spavaldo malgrado gli si leggesse in faccia quanto soffrisse nel corpo e nella mente.

Manny cresciuto nel mondo degli uomini si era scontrato più facilmente con la menzogna e la falsità. Certo anche lì potevi trovare valore, dedizione e coraggio. Li aveva visti e riconosciuti in Jane stessa, ma qua in quei pugnali, che ancora vibravano nel pavimento, c'era un qualcosa di più, c'era l'essenza stessa della razza e della confraternita.

Quando Payne si unì a loro si rese conto per la prima volta di quanto in realtà scorresse il sangue vampiro nelle sue vene. Butch, ultimo dei guerrieri, si era appena inginocchiato che Manny dopo averlo guardato ancora una volta capì cosa doveva fare.

Quell'uomo o vampiro, comunque lo si volesse chiamare, era in qualche modo suo fratello, scorreva dentro di lui una parte dello stesso sangue vampiro e Manny si frugò in tasca in cerca del bisturi che aveva riposto lì pochi minuti prima sovrappensiero.

Imbarazzato sotto gli occhi stupiti dei fratelli s' inginocchiò a sua volta, e piantò con tutte le forze che aveva il bisturi nel pavimento di legno al pari dei pugnali neri dei fratelli.

Bhe ecco io ho solo questo ma se posso essere utile... si insomma... avete capito” aggiunse guardandosi intorno imbarazzatissimo, con la paura di essersi reso ridicolo ai loro occhi.

Ma a rompere il silenzio surreale e carico di rispetto fu Wrath. “Grazie fratelli e grazie anche a te Manny. Sappiamo che il tuo bisturi ha lo stesso valore dei nostri pugnali. Non è vero fratelli?”

E che cavolo. Se si arrabbia ci affetta tutti” affermò Phury ridacchiando

Ehi fratello sei sicuro di non volere diventare un vampiro?” gli chiese Butch scuotendo la testa divertito dal vederlo diventare rosso dall'imbarazzo.

Vishous ti conviene iniziare a preparare un altro pugnale, con i lesser quel cosino non basta” intervenne Rhage.

Non ne sarei tanto sicuro Rhage... ti assicuro che i bisturi sono molto pericolosi” intervenne Jane ridacchiando.

Se lo dici tu, non parlo più” rispose lui alzando le mani in segno di resa.

E ci puoi giurare. La mia Jane sa quel che dice e poi la mia sorellina non poteva certo scegliersi uno smidollato” convenne V dando una pacca al medico sulle spalle inginocchiato vicino a lui.



Il re tossì per richiamare l'attenzione.

Bene. Sono fiducioso che presto l'onore di Qhuinn sarà ripristinato in attesa che lui si rimetta. Stanotte stessa uscirete a conquistare i trofei da offrire alla Vergine Scriva in suo nome”.

I guerrieri annuirono convinti e insieme lanciarono quello che sembrava un ringhio di guerra che altro non era che l'affermazione alle parole del loro re.

Un silenzio carico di aspettativa e orgoglio invase la biblioteca mentre i fratelli si scoprivano ancora più uniti di quanto pensassero fino a che Beth non prese la parola.

E noi compagne di questi valorosi guerrieri, sorelle nel dividere lo stesso destino, siamo pronte ad offrire il nostro sangue affinché Qhuinn guarisca presto, se i nostri hellren ci concederanno il privilegio” e senza indugiare porse il polso a Wrath.

Lui la guardò da dietro gli occhiali per un attimo stupito poi un sorriso orgoglioso spuntò sulle sue labbra mentre le zanne si allungavano facendo capolino dalle sue labbra. Senza indugio prese con dolcezza il suo polso fra le grandi mani, lo portò al suo viso e lo baciò con delicatezza e riverenza. Infine con una zanna gli aprì una piccola ferita nel polso facendole uscire qualche goccia di sangue “Il mio sangue è a disposizione di Qhuinn” disse lei voltando il polso in basso e facendo scivolare alcune gocce vermiglie per terra davanti ai loro piedi.

Le altre shellan s'illuminarono e una per volta porsero il proprio polso al loro compagno felici di poter contribuire alla salvezza di chi aveva rischiato tanto per salvare tutti loro.

I guerrieri nel più assoluto silenzio, stupiti ma fieri di quel gesto generoso e spontaneo, espandendo il classico odore di vampiro innamorato, ferirono il polso delle loro compagne con le zanne. Le gocce di sangue vermiglio uscite dai polsi delle shellan caddero, nel più assoluto silenzio, sui pugnali ancora piantati ai piedi dei guerrieri inginocchiati, a rimarcare la loro comunione d'intenti per salvare Qhuinn.

Payne con un sorriso porse il polso a Manny che la guardò imbarazzato. “Mmm non ho ancora le zanne” mormorò. Lei allora gli sorrise e gli porse un piccolo coltello che teneva nella cintura. Lui sospirò e la ferì dopo averle baciato il polso.

Anche Mary porse il polso a Rhage sorridente. Lui la guardò gli occhi velati da una profonda tristezza e un cupo dolore prima di tirare un sospiro di rassegnazione e guardarla come fosse tutto il suo mondo “Mi chiedi il permesso ma l'hai già fatto” mormoro dolcemente lui prima d'inciderle nuovamente il polso “ma per stavolta ti perdono” disse mentre gli occhi ritornavano sorridenti “basta che poi mi concedi di rimarcarmi il territorio” aggiunse con un sorriso sornione e carico d'aspettativa che fece sghignazzare sotto i baffi tutti quanti.

Jane si materializzò del tutto e porse il suo polso a Vishous che la guardò stupito. Lei non aveva sangue da poter donare. Ma gli occhi della sua shellan brillavano di una gioia che lui non poté ignorare e se come nulla fosse le baciò il polso. E come miracolo calde lacrime si materializzarono negli occhi di Jane e le scivolarono sulle guance solide. Lei le raccolse con un dito e le fece scivolare sul manico del coltello del suo compagno

Io ho solo queste da offrire” mormorò.

Lo sai che valgono come il nostro sangue se non di più Jane” le disse Beth commossa a sua volta.

Vi ringrazio a nome di Qhuinn e dell'intera razza, guerrieri miei, fratelli miei, sorelle della mia amata regina. Io Wrath ho preso visione del vostro impegno e dichiaro sciolto il processo. Alzatevi tutti. Anche tu Qhuinn”

Un silenzio carico di significati cadde nella biblioteca mentre i guerrieri si mettevano in piedi fino a che Lassiter che aveva seguito tutto, in silenzio, nell'angolo più lontano applaudì vigorosamente “Ben fatto vampiri. Adesso sono proprio curioso di sapere se riuscirete e mantenere l'impegno”

Tutti si voltarono verso di lui increduli e stupiti della sua presenza e una selva di ringhi lo travolse “Ok come non detto.” aggiunse voltandosi e allontanandosi ridacchiando e canticchiando “Che sarà, che saraà , che saraaà a, che sarà della mia vita chi lo sa ...”

Che rompipalle” affermò Rhage scuotendo la testa.

No un momento, il rompipalle per definizione è lo sbirro” affermò V.

No è. Non iniziate” protestò Butch.

E ridendo e scherzando tutti ripresero i loro coltelli inchinandosi in segno di saluto al ragazzo che attonito era rimasto immobile a fissarli sconvolto dall'accaduto.

Per ultimo quando tutti si furono allontanati a parte Manny e Jane che lo avrebbero accompagnato in camera e si sarebbero presi cura di lui, Wrath si voltò a guardarlo da dietro gli occhiali da sole scuri.

A presto Qhuinn. La confraternita attende con ansia il tuo ritorno fra di noi” e abbassato la testa in segno di rispetto, piantò il suo pugnale per terra fra le gocce di sangue di Beth prima di allontanarsi con lei e George al fianco.

Anche il re aveva reso onore al guerriero che si era sacrificato per la sua razza.

Qhuinn che aveva assistito a tutta la cerimonia con gli occhi che gli colavano sotto al cappuccio fu pervaso da un fremito.

Aveva visto uno a uno i guerrieri giurargli aiuto e le shellan offrirgli il loro sangue.

Non si aspettava nulla di tutto ciò. Gli voleva bene, erano la sua famiglia ma mai si sarebbe aspettato una cosa simile, un simile gesto di amore e rispetto.

E quando Wrath gli intimò di alzarsi lui ubbidì lentamente.

In piedi si guardò intorno e vide i guerrieri, che uno per volta recuperavano i loro coltelli cercando i suoi occhi.

Gli sguardi che gli lanciavano erano fieri e pieni di fiducia, ma a colpirlo più di tutti furono gli occhi di Blay. Erano anche dolci e carichi di speranza ed amore. Quell'amore che lui aveva rifiutato e che adesso sentiva di non poter più negare nemmeno a se stesso.

E quando, rimasto solo con il re, lo vide piantare il suo pugnale per terra come tutti gli altri guerrieri, il suo cuore ebbe un tonfo e si spezzo in mille pezzettini come fosse stato un cristallo, mentre sopraffatto dall'emozione mormorò “Mio signore... grazie” non c'erano altre parole che potesse dire e quelle che gli venivano in mente non avrebbero reso abbastanza quello che provava.




Nessun commento:

Posta un commento