venerdì 22 febbraio 2013

CAPITOLO 9 La legge del contrappeso


Capitolo 9 La legge del contrappeso.

 
Wrath non perse tempo e si materializzò dall'Altra Parte. Come al solito ad accoglierlo il candore immutabile.
 
Qualche Eletta passeggiava impaziente di poter ritornare sulla terra dopo che Phury le aveva imposto di rimanere là finché non avesse trovato il modo di proteggerle efficacemente. Solo Cormia era tornata alla magione per stare vicino al suo hellren.

Nessuna di loro però si avvicinò al re che con tutto quel chiarore riusciva a scorgere qualche ombra indistinta.

Fu la voce della Vergine Scriba a richiamare la sua attenzione.
“Ben arrivato Wrath figlio di Wrath” lo salutò avvicinandosi fluttuando a pochi centimetri da terra come al suo solito.

Lui chinò la testa per salutare la madre della razza affrettandosi a rispondere “Vergine Scriba”.

Non aggiunse altro. Non poteva porgerle domande e quindi aspettò in silenzio.

Lei gli fluttuò intorno senza dirgli nulla.

Dopo qualche minuto di assoluto silenzio da sotto il mantello nero la madre della razza parlò. “Hai imparato la pazienza e la saggezza. Wrath figlio di Wrath. Sento la tua voglia di pormi la domanda che ti arrovella nella testa ma stai resistendo” cinguettò ridacchiando.

“Si imparano tante cose mia signora. Ma soprattutto ho imparato a non farvi irritare inutilmente” rispose lui.

Lei ridacchiò di nuovo “Vedo. E so anche cosa sei venuto a chiedermi. Vuoi che io interceda per il tuo giovane soldato”

Wrath annui “Si mia signora. E' un ragazzo di valore e un maschio degno di ogni onore...”
 
“Ma ora non più ” l'interruppe lei bruscamente

“Avete ragione ora è un morsit, ma lo è diventato per proteggere le vostre figlie, le Elette e i miei fratelli, i vostri devoti guerrieri. Sarebbe un vero spreco se la situazione non cambiasse” concluse Wrath.

Non intendeva arrendersi.

La sentì sospirare. “I miei poteri non sono illimitati guerriero. Ma è vero potrei fare qualcosa. E tu sei riuscito a pormi la domanda senza pormela. Sei migliorato nella diplomazia Wrath. ” aggiunse ridacchiando e splendendo leggermente più intensamente.

Vi prego allora di farlo. Abbiamo bisogno di guerrieri e Qhuinn è molto abile. Un elemento valido degno di combattere a fianco dei fratelli. E sapete benissimo quanto noi si abbia bisogno di aiuto per difendere la razza, i lesser sono sempre più agguerriti” aggiunse

Lei ridacchio. “ Vorrei tanto intervenire. In fondo hai ragione ha compiuto un atto di valore che non posso sottovalutare. Ma lo sai c'è sempre un prezzo da pagare” concluse.

Wrath avrebbe voluto chiedergli quale prezzo, ma si trattenne. Non doveva forzarle la mano.

Lei rimase in silenzio forse aspettando che lui cedesse alla fretta e alla curiosità o forse riflettendo cosa avrebbe dovuto finire sulla bilancia per pareggiare il dono che poteva fargli.

“Quello che chiedi non è da poco. Restituire l'onore a un guerriero include un grande atto” riprese a parlare poi.

“Ma voi siete capace di grandi gesta mia signora.” rispose lui

“Non adularmi Wrath, non ne ho ne bisogno, ne piacere” lo riprese lei.

Wrath abbassò la testa e rimase in silenzio.

“Come dicevo una grande atto richiede un grande sacrificio. Il piatto della bilancia deve essere pareggiato” riprese a parlare girando in tondo davanti al re come se stesse riflettendo sulle sue parole “Mi dicevi che è un guerriero. Un valido guerriero vero?” gli chiese.

“Si mia signora. Se avesse avuto la discendenza giusta sarebbe già stato un fratello” confermò Wrath.

“Ah già. La discendenza e i suoi occhi spaiati che ne fanno un essere imperfetto. Un vero spreco per la razza che però non ti fermerà dall'ammetterlo alla confraternita al più presto... vero?” gli chiese lei.

Lui sorrise “Conoscete molto bene il mio cuore e le mie intenzioni” rispose Wrath.

Lei ridacchio “Se così non fosse non saresti il re,Wrath. Non metterei mai la sorte della mia razza nelle mani di uno stolto”

Il silenzio cadde nuovamente.

Wrath era impaziente. Ma sapeva di non poterle mettere fretta.

“Dimmi Wrath quanti anni ha il ragazzo?” chiese lei inclinando il mantello nel punto dove avrebbe dovuto esserci la testa.

“Credo ventisette” rispose lui chiedendosi dove volesse andare a parare la Vergine Scriba.

“Bene. Allora ascolta. Queste sono le condizioni...”

Wrath stette a sentire attentamente ma più ascoltava più diventava disperato.

“Ma mia signora, non gli basterà una vita intera per compiere il suo sacrifico e rendere omaggio a voi come si conviene” disse in preda allo sconforto. Il prezzo chiesto era troppo alto, era impossibile realizzare quello che lei aveva imposto. Qhuinn avrebbe impiegato anni, anni in cui avrebbe dovuto vivere da morsit con tutte le condizioni richieste dal suo stato, sempre che fosse sopravvissuto.

Non era certo quello che aveva sperato di sentirsi dire.

Lei si stava già allontanando quando si bloccò e si voltò verso di lui “Non ho detto che debba essere lui a portare a temine tutta l'impresa...” aggiunse sibillina sparendo poi con un flop.

Wrath rimase fermo per un attimo schiacciato dall'inevitabile.

Non era quello che si era aspettato. Il peso sarebbe stato terribile da portare ma se lo avessero diviso...

La decisione non dipendeva però da lui, non avrebbe potuto ordinare nulla, ma... il cuore dei suoi fratelli era grande e i loro pugnali pronti ed affilati.


Quando Wrath entò nella biblioteca erano tutti già lì ad attenderlo secondo i suoi ordini. Con George su un fianco e Beth per mano dall'altra parte avanzò fra i suoi guerrieri andando a sedersi sui troni che aveva ordinato a Fritz di portare.

I fratelli erano tutti lì. Ognuno aveva la suo fianco la rispettiva Shellan, e la tensione era alle stelle mentre aspettavano di sapere che cosa sarebbe accaduto.

Jane che aveva aspettato Qhuinn addormentarsi aveva raggiunto Vishous e adesso lo teneva per mano guardando il re con gli occhi pieni di trepida attesa come gli altri.

Wrath si schiarì la gola per attirare la loro attenzione anche se decisamente non c'è ne era bisogno.

“Mi sono presentato al cospetto della Vergine Scriba ” iniziò a parlare “E lei acconsentirà ad aiutare Qhuinn ad alcune condizioni”

“La mia dolce mammina che cosa pretende in cambio del suo aiuto?” chiese Vishous “Non girarci intorno Wrath, sappiamo benissimo che lei non regala nulla a nessuno. Cosa vuole per aiutare Qhuinn?” gli chiese con la mano che iniziava a brillare mentre si arrotolava nervoso l'ennesima sigaretta.


Qhuinn si era appena svegliato e si sentiva ancora debole e intontito ma grazie al sangue di Mary aveva ripreso un po' le forze. Era solo nella stanza e con precauzione si mise a sedere. Si sentiva stanco e la testa e la bocca erano ancora doloranti ma stava meglio di quanto pensasse. Raccogliendo le forze gettò le gambe giù per terra e si mise in piedi. Con cautela si avviò verso il bagno ed evitando di vedere lo specchio per non guardarsi si tolse i cerotti e le bende dal corpo. Le ferite erano parzialmente guarite. Erano rimaste solo rosse e accese cicatrici che sarebbero sparite nel giro di pochi giorni. Peccato che invece le ferite alla bocca fossero permanenti. Con un sospiro entrò nella doccia. Voleva lavarsi via il sudore e l'odore dei disinfettanti che aveva addosso.
 
Quando uscì trovò Manello che lo stava aspettando con un sorriso preoccupato sul viso. “Vedo che ti senti meglio. Hai ancora dolori?”.

Qhuinn gli sorrise con le labbra chiuse e annui mesto “Mi taglierei volentieri la testa ma per il resto sto bene”.
 
Manny gli sorrise e stava per rispondergli quando la porta si aprì e Jane entrò con l'aria preoccupata. “Vishous mi ha detto di farti indossare questo e di accompagnarti in biblioteca. Wrath vuole parlarti... e devi venire anche tu Manny”.

Il medico annui con un sospiro rassegnato mentre osservava Qhuinn indossare una lunga cappa rossa. Anche la cintura che la chiudeva era rosso vermiglio.

Poi Qhuinn si fermò un attimo e con un sospiro rassegnato si copri la testa con un cappuccio dello stesso colore lasciando il chirurgo non abituato ai loro riti di sasso.

“Ma cosa ti sei messo?” gli chiese stupito ed irato cercando i suoi occhi dentro gli unici buchi presenti nel largo cappuccio che avvolgeva completamente la sua testa andando a posarsi morbidamente sulle sue spalle.

“Vishous mi ha spiegato che deve comparire in giudizio davanti a Wrath e... non può mostrare il volto pubblicamente perché è un morsit.” spiegò Jane con un sospiro triste.



Wrath tacque un secondo aspettando che i fratelli si zittissero. Era giusto che loro sapessero.
 
“La Vergine Scriba ha chiesto che Qhuinn compaia davanti a noi e che io emetta la sua sentenza, rendendo pubblico il suo stato” disse con le parole che avevano il sapore della cenere. Non gli piaceva neanche a lui quella parte della storia e odiava il ruolo che avrebbe avuto. Ma era il re ed era suo il compito dispensare punizioni e sentenze.

“E' questo il suo modo di aiutarlo? Questa è la sua condizione? Non puoi esiliarlo e abbandonarlo al suo destino. Non è giusto!” le parole accorate appartenevano a Blay. Aveva sperato in quello che poteva essere solo un miracolo, ma il sapere che Wrath lo avrebbe mandato via da solo era inaccettabile. Magari dopo qualche anno lo avrebbe perdonato ma nel frattempo? Come se la sarebbe cavata da solo là fuori?

Wrath girò la testa verso di lui. Non sapeva esattamente cosa li unisse ma riconosceva l'odore del terrore nel suo apprendista guerriero.

“No. Blay non è solo questo. Lei potrà restituirgli il suo onore annullando la mia sentenza se Qhueen si rivelerà un maschio e un guerriero degno della sua intercessione” la fine della frase vene accolta da diversi brontolii.
Erano tutti convinti che lo fosse senza bisogno di dimostrazioni.

“Qhuinn è un guerriero di valore. Io Zsadist suo insegnante sono pronto ad affermarlo sul mio onore” disse il grosso fratello sfregiato portandosi la mano chiusa a pugno sul cuore.
I fratelli annuirono imitando il suo gesto e rimarcando la loro convinzione.

Ma Wrath alzò la mano “Non vi sto chiedendo di schierarvi o di dichiararvi. So perfettamente quello che è Qhuinn. Non è quello che serve purtroppo” le sue parole vennero nuovamente accolte da un fitto mormorio di dissenso.

“E come dovrebbe dimostrare il suo valore allora?” chiese Rhage stupito.

“Qhuinn dovrà omaggiare la Vergine Scriba e l'intera razza, offrendo al santuario le lingue di dieci lessar morti per ogni suo anno d'età. Questo è quello che dovrà mettere sulla bilancia per riconquistare il suo onore” Un silenzio surreale cadde fra i fratelli.
 
“Ha ventisette anni, dovrà dunque andare fuori e uccidere ducentosettanta lesser da solo?” lo sgomento era fin troppo evidente nelle parole di Tohr.

John fischio sommessamente per attirare la loro attenzione poi iniziò a gesticolare velocissimo.
Fu Beth alle destra del re a tradurgli i segni del ragazzo. E nel frattempo? Cosa sarà di lui? Ci metterà anni prima di riuscire a raggiungere la quota prevista. Senza contare che non potrà avere nessun aiuto, nessun posto in cui rifugiarsi o sangue con cui nutrirsi a sufficienza per riuscire a combattere. E' un impresa impossibile anche per il migliore guerriero.

Wrath annui. Il volto tetro. Era fin troppo consapevole della difficoltà dell'impresa ma sapeva che non c'era altra possibilità.

“Lo so John. Ma è l'unico modo. Purtroppo nel frattempo dovrà vivere come un morsit, non c'è altra possibilità. L'Antica Legge stabilisce che potrà rimanere qua, ospite di questa casa, solo finché non si sarà ripreso dalle ferite e sarà in grado di combattere, ma poi... poi dovrà cavarsela da solo”

“Non è giusto Wrath. Ci impiegherà anni prima di riuscire ad uccidere e recuperare tutti i trofei, sempre che non si faccia ammazzare prima. Non c'è un altra strada?” la voce di Phury era disperata.
Gli doveva la vita di Cormia, non poteva essere così ingiusta la Vergine Scriba.
Alle sue parole si unì un coro di proteste, erano tutti d'accordo era una pretesa impossibile da realizzare per qualsiasi guerriero, figuriamoci un ragazzo esiliato come morsit.

Wrath li lasciò protestare e mugugnare in silenzio poi riprese la parola “Non è detto che debba fare tutto da solo... non credete?” chiese con un sorriso furbo sulle labbra.

 
“Stai scherzando vero?” intervenne Manny incredulo nel guardare Qhuinn che si era vestito e aveva calzato il cappuccio rosso sul viso.

“Questa è un idiozia. Non ha senso che debba nascondere il volto agli altri. Insomma è da pazzi tutta questa storia” sbottò ancora gesticolando furioso con un bisturi che stava mettendo a posto e che invece gli era rimasto in mano.

Ma Qhuinn gli si avvicinò e stingendogli dolcemente un braccio cercò di spiegargli “E' giusto così. Sono le nostre leggi. Le mie leggi. Le leggi del nostro mondo. Tu ancora non le conosci ma esse esistono e bisogna rispettarle”

Manny lo guardò incredulo.
Erano anche le sue dal momento che viveva lì con loro e si era unito ad una della loro razza? Non lo sapeva. C'erano ancora tante cose che stentava a capire anche se a volte si sentiva parte di questo mondo così diverso.

Con un sospiro gli posò una mano sulla sua mettendo istintivamente il bisturi nella tasca “Se sta bene a te... cercherò di accettarlo”

Qhuinn gli sorrise da dietro il cappuccio e con la mano gli strinse la sua “Credimi non ne sono felice, ma non mi tirerò indietro dal mio destino, non macchierò ulteriormente il mio onore” gli rispose sperando di non crollare miseramente come una femminuccia al momento della sentenza.
 
In silenzio Quinn scortato dai due medici percorsero il tunnel e i corridoi della casa fino a d arrivare nella biblioteca. Il ragazzo si sentiva debole e la testa gli girava ma il suo passo si dimostrò sicuro. Non avrebbe mostrato la sua debolezza davanti a nessuno.

Ma quando varcò la porta della biblioteca si sentì stringere il cuore.

Tutti i fratelli vestiti in tenuta da combattimento con i neri pugnali legati al fianco lo attendevano disposti in semicerchio. Vicino a loro in abiti semplici c'erano le loro shellan. Nel centro seduti su due alte poltrone Wrath e Beth lo guardarono senza battere ciglio.

Manny e Jane andarono a prendere posto vicino ai loro rispettivi compagni mentre Qhuinn avanzò di qualche passo portandosi davanti ai troni.

“Inginocchiati Qhuinn” gli ordinò Wrath “Secondo l'Antica Legge, poiché hai perduto le zanne, sei diventato un morsit. E per questo sei condannato all'esilio e al ripudio dell'intera razza. Il tuo onore è stato compromesso e tu non sei più degno di presentarti al nostro cospetto ne di mostrare il tuo volto ai membri della razza.”

Alle parole di Wrath, Manello iniziò ad agitarsi lanciando occhiate furtive a Jane, che di fronte a lui stringeva la mano a Vishous con l'aria adombrata.

“Non ti agitare amore mio” la voce calda di Payne lo richiamò all'ordine prima che facesse qualche stupidata.

Qhuinn in ginocchio con la testa leggermente abbassata ascoltò la sua condanna in silenzio e quieta rassegnazione. Solo gli occhi cercavano quelli di Blay da dietro il cappuccio... forse era l'ultima volta che sarebbe riuscito a vederli.







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