venerdì 8 marzo 2013

CAPITOLO 17 In combattimento


Capitolo 17 In combattimento


Per tutta la sera e il giorno dopo entrambi rimasero chiusi nelle loro stanze. Troppo imbarazzati e nervosi per uscire e rischiare di incontrare l'oggetto del loro desiderio nascosto.
Quando finalmente il sole calò dietro all'orizzonte il telefono di casa suonò ed entrambi schizzarono su già pronti e vestiti per uscire a combattere.
Fu Qhuinn il primo a rispondere. “Si va bene. Arriviamo” disse sorridendo dentro al cappuccio.
Sei pronto? Ci vogliono all'incrocio tra la 52ma e la 53ma Strada” disse rivolto a Blay che l'aveva raggiunto.
Si. Prendo le armi e possiamo andare” disse girandosi per avviarsi alla sua stanza.
Blay?” la voce di Qhuinn era incerta e timida. Lui si girò a sentirsi chiamare e lo guardò interdetto chiedendosi cosa volesse da lui l'amico.
Si Qhuinn?” gli disse incuriosito studiandolo ed ammirandone il fisico nuovamente potente e pronto a combattere.
Ecco io....” Qhuinn non sapeva da dove iniziare e neanche quello che voleva dirgli per la verità. “No niente, scusa” concluse poi sentendosi un perfetto imbecille.
Blay rimase un attimo a guardarlo o perlomeno a guardare i suoi occhi che lo fissavano da dietro il cappuccio. Con un sospiro fece un gesto della mano come a liquidare il discorso e sparì nella stanza.
Che stupido che si sentiva. Un perfetto imbecille vestito da guerriero. Per un attimo aveva sperato che Qhuinn gli dicesse qualcosa... anzi non un qualcosa ma che almeno ammettesse che gli voleva più bene di un semplice amico. Ma niente nada, il suo amico sembrava cieco e sordo ai suoi sentimenti e forse era meglio così pensò Blay allacciandosi i pugnali al petto con un sospiro.

Nel giro d pochi minuti entrambi si materializzarono vicino ai fratelli che già li aspettavano.
Eccovi finalmente. Lì dentro c'è almeno una dozzina di lesser che ci aspettano” li informò laconico Zsadist. Il fratello era sempre così, di poche parole ma essenziali, una macchina fatta per uccidere senta tanti fronzoli. Solo i pochi fratelli che lo conoscevano ormai a fondo avevano capito cosa c'era dietro quella facciata da duro e i ragazzi durante il corso avevano imparato a conoscerlo assai bene. Non si sarebbero mai dimenticati quello che aveva fatto per John.
Loro annuirono impazienti di combattere e accompagnati da lui, Phury, Rhage e Tohr si buttarono nella mischia.

Blay combatteva attento e preciso ma non perse mai di vista Qhuinn preoccupato com'era per come avrebbe potuto cavarsela il suo amico. Ma i suoi istruttori avevano fatto un ottimo lavoro e il ragazzo si batté senza sforzo o pericoli. Anzi si levò persino la soddisfazione di provare le zanne nuove di Vishous sul collo di uno sfortunato lesser che subito prima di essere pugnalato al cuore venne anche privato dalla lingua da parte del morsit.
Nel complesso ne ricavarono almeno undici con grande soddisfazione di tutti loro. Finito il combattimento i due guerrieri esiliati ritornarono nell'appartamento stanchi ma felici del risultato.
Ma il sorriso svanì sul loro volto non appena si ritrovarono soli.
Entrambi si fermarono nella sala a guardarsi. Sporchi e sudati si stavano domandando come fare per dividersi l'unica doccia.
Bhe allora vado io a lavarmi per primo...” disse Blay che non sopportava più il silenzio e lo sguardo indagatore di Qhuinn da dietro il cappuccio.
Blay... credo che noi si debba parlare” gli disse all'improvviso Qhuinn.
Aveva meditato a lungo mentre ripulivano la scena della battaglia su come comportarsi e credeva che l'unica fosse parlarsi. Andare avanti come il giorno precedente sarebbe stato impossibile per entrambi.
Blay sospirò e si morse le labbra subito pentendosi di quel gesto che poteva essere frainteso.
Qhuinn da parte sua lo osservò farlo e sentì il cuore accelerargli. Gli sarebbe proprio piaciuto assaggiarle ma questo non era possibile non al momento almeno.
Blay credo che tu debba sapere una cosa” gli disse all'improvviso abbassando gli occhi.
E fu una fortuna per Blay che poté, non visto, asciugarsi con il polso il sudore che gli stava imperlando la fronte.
Cosa?” gli chiese roco a causa della gola improvvisamente chiusa.
Il silenzio cadde pesante fra di loro. Qhuinn stava cercando disperatamente le parole giuste, perché quello che aveva in testa non poteva essere detto alla leggera. Non voleva ferirlo e non voleva neanche chiudere la porta fra di loro... solo accostarla.
Ecco quando ho perso le zanne...” iniziò a dire titubante e intimidito.
Confessargli quello avrebbe voluto dire mettersi a nudo e farlo per Blay era dannatamente difficile
Insomma... ho pensato” di nuovo s'interruppe per cercare le parole giuste “Ecco io volevo dirti che ti sono affezionato. Ho pensato a te, non volevo potessero fare del male a qualcuno, ma soprattutto a te” disse infine.
Bhe non era una dichiarazione d'amore ma almeno aveva cercato di fargli capire quanto tenesse all'amico.
Blay gli sorrise. “Lo so Qhuinn. Sei un maschio di valore!” gli rispose cercando di nascondere la delusione.
Ecco vedi. Credo di non poter... essere altro che un amico per te” soffiò fuori Qhuinn. Ecco lo aveva detto.
Non poteva legarlo a se. Non a un Morsit o comunque a un essere che, se anche avesse riconquistato il suo onore, sarebbe rimasto comunque menomato. Un vampiro imperfetto, un anomalia senza le sue vere zanne. Non poteva legarlo a se, lui meritava di meglio dalla vita. Avrebbe tanto voluto dirgli che lo amava che voleva amarlo come spesso si trovava a sognare, ma non poteva. Amare significa anche lasciare liberi pensò Qhuinn, e lui lo stava facendo pur avendo il cuore che sanguinava per le parole che aveva pronunciato ma non pensato.
Blay che si era girato per nascondergli il suo turbamento sentì le parole cadergli addosso come un secchio di acqua gelata. Non erano quelle che sperava potessero uscire dalla sua bocca. Non dopo che aveva rinunciato a Saxton per lui. Non dopo che aveva ammesso con se stesso che senza Qhuinn la sua vita sarebbe stata vuota e incolore.
Ma forse aveva ragione, forse Qhuinn non avrebbe mai potuto essere altro per lui. Non poteva forzarlo in un sentimento diverso da quello che provava e questo chiudeva tutto. Definitivamente!!
E che altro avresti potuto essere?” gli rispose sferzante e beffardo. Non voleva esserlo, non voleva dire quelle parole, non voleva essere stronzo o offensivo, ma uscirono dalla sua bocca così rabbiose che non riuscì a trattenerle.
Niente. Hai ragione” gli disse Qhuinn dandosi dell'imbecille.
Ma che cazzo speravi di ottenere con la tua uscita, demente che non sei altro? si disse irato con se stesso.
Il silenzio cadde nuovamente tra di loro fino a che Blay si girò.
Aveva il magone in gola che rischiava di soffocarlo, ma non avrebbe mai ammesso davanti al suo amico quanto male gli avevano fatto quelle parole.
Allora vado a farmi la doccia... amico!” disse mettendo bene in evidenza l'ultima parola e dandogli la schiena per nascondere ancora una volta il suo viso. Qhuinn non avrebbe mai dovuto sapere. E per tutti gli angeli del cielo lui non gli avrebbe mai mostrato i suoi veri sentimenti, se Qhuinn aveva un cappuccio dietro a cui nascondersi lui avrebbe calato sul suo viso e sul suo cuore un intero mantello.
Si vai...amico” rispose Qhuinn con un sospiro rassegnato poi si diresse deciso in camera ringraziando il cappuccio che nascondeva il suo viso stravolto dal dolore.
Ecco la frittata era fatta.
Erano definitivamente amici, solo amici, esclusivamente amici e come tali si sarebbero comportati.
Questo era il loro destino.
E quando quella sera Qhuinn sentì Blay parlare al telefono con Saxton il cuore si frantumò in mille briciole, in mille schegge di cristallo appuntite e taglienti che lo lacerarono dall'interno.
Ancora una volta aveva perso quello a cui teneva di più.
Ma almeno Blay era finalmente libero di amare chi avrebbe potuto ricambiarlo mantenendo il suo onore intatto.
Blay uscito dalla doccia si trascinò in camera mentre sentiva Qhuinn lavarsi a sua volta.
Le ultime parole avevano messo un punto fermo fra di loro. Amici. Solo amici e nulla di più!!
Era giusto. Qhuinn aveva sempre voluto farsi una vita vera e avere una shellan. Lui no. Lui era diverso. E adesso lo avrebbe lasciato alla sua strada e al suo destino.
Doveva rassegnarsi. Avrebbe combattuto per lui e lo avrebbe protetto... come un amico.
Non c'era scelta, non c'era altra possibilità e con la mano che gli tremava prese il telefono “Pronto Saxton. Sono Blay. Ho bisogno di parlarti”.

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