venerdì 8 marzo 2013

CAPITOLO 19 La Vergine Scriba


Capitolo 19 La Vergine Scriba



La Vergine Scriba non si fece attendere più di tanto. Con un flop si materializzò davanti a Wrath avvolta nel solito mantello ero.

Lui le sorrise e alzò la mano mostrando le collane dalle quali pendevano le lingue dei lessar massacrati.

Qui ci sono i tributi per voi, nostra Signora” le disse inclinando leggermente la testa in segno di rispetto.

Una risata allegra e argentina invase il bianco piazzale mentre gli uccellini si bloccarono un attimo per poi riprendere a cinguettare ancora più forte.

Ero sicura che non avresti tardato a presentarti al mio cospetto” rispose lei e dal mantello arrivò una dolce brezza calda e accogliente.

Wrath sorrise. Malgrado il suo volto fosse quello di un guerriero i lineamenti duri si ammorbidirono lasciando intravedere la leggerezza del suo animo.

Il silenzio scivolò tra di loro quasi palpabile. Wrath attendeva. Sapeva di non poter porgere domande alla sua Signora ma non sarebbe mai andato via senza avere la risposta che aspettava.

Lei d'altra parte sembrava persa nei suoi pensieri o così pensava lui vedendo solo una sfocata ombra luminosa immobile a pochi passi da lui.

Bhe che aspetti guerriero. Prendi i tributi e buttali nella fontana.” gli ordinò lei infine dandogli le spalle e avvicinandosi alla grande e bellissima fontana da cui l'acqua zampillava spargendo nell'aria una dolce melodia che unita a quella degli uccellini riecheggiava nel silenzio di quell'ambiente etereo.

Wrath si avvicinò ed ubbidì chiedendosi perché mai avesse dovuto buttare lì le lingue insozzando così quell'acqua così limpida e cristallina. Gli sembrava un atto sacrilego ma se lei lo voleva... lui non si sarebbe certamente opposto.

Non appena i tributi toccarono la superficie della fontana un denso fumo grigio iniziò ad alzarsi dalle sua acque. Una nebbia palpabile e spessa iniziò a vorticare furiosamente avvolgendo completamente il guerriero che cercava di guardarsi attorno stranito dalla scena e spaventato dall'essere nuovamente piombato nella cecità.

In pochi secondi il bianco candore della Vergine Scriba fu coperto dalla spessa nebbia e lei sparì nel nulla mentre Wrath si ritrovò avvolto nel suo limbo.

La sentiva aderire sulla pelle, la poteva percepire con l'olfatto mentre lo avvolgeva sinuosa come un serpente nelle sue spire. In silenzio attonito l'inspirò poiché non poteva fare altro e per un attimo i suoi occhi si aprirono alla vista.

Il suo studio era piccolo ma ben curato. Le pareti azzurrine vivaci mentre la grande scrivania sembrava troppo grossa per la stanza. Anche l'enorme trono sembrava sproporzionato alla piccola stanza che però sapeva di casa.

Ma subito tutto fu avvolto nuovamente dal solito velo nero.

Era ritornato cieco mentre si rendeva conto che la nebbia si era dissolta e lui era nuovamente nel suo studio.

George vicino a lui aveva iniziato a leccargli la mano per richiamare la sua attenzione e Wrath meccanicamente iniziò a fargli le carezze sulla grossa testa morbida e pelosa mentre si chiedeva che cosa fosse successo.

Ancora stordito si alzò in piedi e si guardò intorno anche se non poteva scorgere nulla. Tutto sembrava normale. L'odore delle carte sulla scrivania, dell'inchiostro ancora fresco, del legno dei mobili, persino quello del fumo delle sigarette di V che aveva impestato le tende e le sedie.

Tutto non era cambiato, era il suo solito studio. Ma allora la Vergine Scriba aveva mantenuto la sua parola? Qhuinn avrebbe potuto girare senza cappuccio? Era stato riabilitato il suo onore?

Non lo sapeva ed emettendo un verso di disappunto afferrò la maniglia che lo legava a George e gli diede l'ordine di uscire.

L'unica era andare a controllare, a parlare con Qhuinn.

Forse lui sapeva, forse la Vergine Scriba gli aveva parlato o aveva lasciato un segno.

Wrath non sapeva cosa aspettarsi ma in fondo non c'era nulla di strano, con la Signora delle razza, nulla era mai scontato nel bene e nel male.

I passi di Wrath si fecero sempre più lenti e pesanti mentre una stanchezza improvvisa lo avvolgeva lentamente.

La testa iniziò a girargli mentre gli occhi si chiudevano da soli.

Era stanco pensò. La tensione lo aveva abbandonato e adesso aveva voglia di riposare. In fondo non ci sarebbe stato nulla di male a rilassarsi un po'. Sarebbe andato dopo da Qhuinn.

Con fatica si trascinò fino alla sua stanza e quando l'aprì sentì l'odore della preoccupazione di Beth invadergli le narici.

Wrath che succede? Hai l'aria distrutta” gli disse andandogli vicino e prendendolo per mano.

Sono solo stanchissimo.” rispose lui cercando di sorridere mentre la stringeva a se.

Vieni Wrath. Vieni a letto con me” mormorò lei sensuale pregustandosi le sue coccole.

Ma stavolta rimase delusa, come il re toccò il grande e morbido letto sprofondò in un sonno pesantissimo ed anche lei improvvisamente esausta, non rimase altro che seguirlo appoggiata al suo corpo caldo che sapeva di maschio... del suo maschio.



In tutta la casa i pochi guerrieri che ancora non lo stavano già facendo sentirono il bisogno di andare a sdraiarsi nel letto e uno dopo l'altro caddero in un sonno profondissimo abbracciati alle loro shellan o sognando come Tohr e Blay di tenere il loro amore fra le braccia mentre la nebbia grigia si espandeva come un fantasma silenzioso e invisibile ai loro occhi avvolgendoli nel sonno.



L'unico a non dormire era Qhuinn che era sdraiato a letto. Teneva gli occhi chiusi, cercando di rilassarsi di non pensare a quello che poteva succedere, di non agitarsi, mentre controllava in continuazione l'orologio aspettando che Wrath lo convocasse da un minuto all'altro per raccontargli l'esito dell'incontro con la Vergine Scriba.

Aspettava chiedendosi cosa sarebbe successo, così come aveva dovuto processarlo pubblicamente, avrebbe dovuto fare qualche cerimonia di riammissione alla razza? Oppure no??

Qhuinn non sapeva cosa aspettarsi così aveva deciso di attendere in camera come gli era stato ordinato, anche se fremeva.

Malgrado tenesse gli occhi chiusi non aveva sonno, era troppo agitato. E quando si sentì sfiorare il viso da una leggera brezza calda li spalancò di colpo .

Una nebbia spessa e grigia stava iniziando ad avvolgerlo nelle sue spire.

Spaventato si alzò di scatto iniziando a muovere le mani freneticamente per dissipare quella strana cortina densa e appiccicosa.

Ma non c'era nulla da fare per quanto si muovesse e cercasse di allontanarla da lui, lei lo avvolgeva sempre di più, sempre più fitto.

Con terrore la sentì aderire alla pelle, avvolgerlo inesorabilmente come in un grigio sudario, entrargli nelle orecchie e nel naso. Penetrargli ovunque.

Presto Qhuinn ebbe la terribile sensazione di soffocare. Quel fumo denso e palpabile gli era entrato suo malgrado nella bocca impedendogli di respirare, scivolandogli giù fino ai suoi polmoni ormai in fiamme per la mancanza di ossigeno.

Fu allora che spaventato, vista la sua incapacità di liberarsi da quelle fumose catene, cercò di urlare e di scappare dalla stanza, ma era ormai troppo tardi.

La nebbia grigia lo aveva soffocato levandogli le forze, mentre la mente si dibatteva impazzita e terrorizzata senza avere più il comando del corpo, che senza energia, si afflosciò a terra come una bambola rotta.

Nel giro di pochi secondi la nebbia finì di avvolgere indisturbata Qhuinn dentro e fuori. Senza potersi più ribellare, privo di forze e con la mente ormai annebbiata dalla mancanza di ossigeno, il giovane guerriero scivolo presto nell'incoscienza abbandonandosi a un profondissimo sonno come tutti gli abitanti della grande casa.



Nell'angolo più buio della stanza di Qhuinn, la Vergine Scriba apparve luminescente come al suo solito. Il volto coperto dal mantello nero celava una specie di sorriso mentre pronunciava le parole di rito nell'Antica Lingua.

Soddisfatta alzò la mano e un fascio di luce penetrò la nebbia, che avvolgeva come un bozzolo il corpo del ragazzo dormiente, fondendosi con essa.

Il fumo grigio turbinò agitato finché venne assorbito dalla luce divenuta sempre più chiara e intensa. Poi con un sibilo acuto simile allo schioccare di una corda rotta all'improvviso, accompagnato da un lampo accecante, sparì lasciando il corpo seminudo di Qhuinn sdraiato per terra.



La Vergine Scriba inclinò la testa guardando il risultato della sua opera e con un dolce sorriso mormorò “Bentornato guerriero, riposati dai tuoi affanni” e così come era venuta sparì nel buio della stanza.



Qhuinn si svegliò infreddolito e aprì gli occhi di scatto ancora confuso e stordito.

Per un attimo si chiese dove si trovasse e cosa fosse successo e soprattutto perché si fosse addormentato mezzo nudo sul pavimento ghiacciato. Un brivido freddo l'attraversò tutto scuotendo il suo corpo e svegliandolo in maniera definitiva.

La sua mente si rimise in moto e i ricordi dell'accaduto affiorarono sempre più nitidi.

Veloce si guardò il corpo cercando tracce del misterioso fumo chiedendosi se si era immaginato tutto oppure no. Forse la nebbia era stata solo un sogno, forse aveva avuto uno strano incubo.

Istintivamente la sua mano destra andò alla bocca e miracolo!!

Le sue zanne non erano più di lucido metallo ma erano tornate come nuove.

Incredulo corse allo specchio e si guardò. No non era un sogno.

Era tutto vero! Non era più un morsit ma nuovamente un vampiro guerriero e soprattutto un vero maschio constatò abbassando la vista sui boxer che avvolgevano la sua virilità.



Per qualche minuto restò lì a guardarsi a contemplare quello che sembrava un vero miracolo. Pensava che gli avrebbero levato l'appellativo di morsit, e l'obbligo del cappuccio, non che la Vergine Scriba gli rendesse le zanne.

Era euforico mentre le vedeva allungarsi bramose di sangue. Erano forse ancora più lunghe e appuntite di come se le ricordava, erano il simbolo di quello che era.

Raggiante si vestì più veloce che riuscì e spalancò la porta. Voleva uscire e andare a salutare i suoi amici, i guerrieri che avevano rischiato la vita per lui.

Voleva ringraziarli e mostrargli che era tornato lo stesso, che era tornato ad essere il vecchio Qhuinn. Come un fulmine si precipitò nel corridoio.

Nella casa regnava un profondo silenzio. Sembrava che tutti stessero dormendo.

Incuriosito e stupito iniziò a girare per i corridoi finché non vide la porta di Rhage aprirsi e il guerriero uscire stiracchiandosi allegramente.

Hollywood!” lo chiamò Qhuinn felice di vederlo e ansioso di mostrargli le sue nuove zanne. Il ragazzo pensava che il guerriero si sarebbe stupito nel vederlo senza cappuccio, che gli avrebbe chiesto che cavolo stava facendo o che magari si coprisse il volto per rispettare la legge e invece il biondo e bello Rhage lo salutò con la mano festosamente “Ehila Qhuinn. Sto andando in palestra a sgranchirmi e levarmi il sonno da dosso. Vieni con me?” gli chiese sorridente e tranquillo.

Qhuinn sgranò gli occhi. Rhage non aveva detto nulla del fatto che era senza cappuccio e che poteva stare nuovamente tra di loro.

Per un attimo rimase senza parole, non sapeva cosa dire ad Hollywood.

Volevo andare anch'io in palestra. Ho un sonno terribile addosso” la voce di Tohr risuonò profonda e impastata dal sonno mentre il capo dei fratelli si stiracchiava e dava una botta fraterna sulle spalle a Rhage.

Vieni anche tu Qhuinn?” gli chiese tranquillamente, come fosse la cosa più normale di questa terra.

Qhuinn girò la testa da un fratello all'altro strabuzzando gli occhi incredulo. Erano impazziti? Non si ricordavano di quello successo? Stranito e sconvolto dall'accaduto, confuso più che mai, scosse la testa e si girò avviandosi verso il corridoio.

Vishous e lo sbirro stavano dirigendosi verso la cucina e quando lo videro gli fecero un cenno di saluto con la mano mentre continuavano a parlare tra di loro del campionato di baseball, del tutto indifferenti alla sua presenza.

Qhuinn li guardò entrare nella sala stupefatto. Come era possibile? Ancora frastornato si diresse verso la camera di John.

Incerto bussò alla porta. “Si chi è ?” chiese Xhex.

Sono Qhuinn. Posso entrare?” rispose lui.

Si certo vieni pure. Io e John ci stavamo vestendo”

Qhuinn non se lo fece ripetere due volte e aprì la porta. Il suo amico si stava allacciando gli scarponcini e quando lo vide gli sorrise Ciao Qhuinn. Che c'è? Gli chiese muovendo le mani velocemente

L'ex morsit lo guardò straniato poi scosse la testa “Nulla. Non c'è nulla. State bene?”

Mai stati meglio” gli rispose Xhex guardandolo interrogativa. “Sei un po' confuso Qhuinn? Stai bene? Mi sembri pallido” gli chiese poi inclinando la testa e probabilmente usando il suo potere di symphath.

Si. Credo di si” mormorò lui girandosi sui tacchi e uscendo rapido dalla stanza.

Confuso? No che non era confuso. O forse si? Il comportamento di tutti era strano. Possibile? Oppure era lui a essere sul serio fuori come un poggiolo? Che fosse impazzito? E poi per forza era pallido aveva rischiato di soffocare oppure no??

No qualcosa decisamente non tornava. Era tutto troppo strano.

Ancora sconvolto si portò nuovamente le mani in bocca. Le zanne erano dove dovevano essere, belle, salde e soprattutto reali.

Che allora fosse stato un sogno? Un incubo? No era assurdo. Non era possibile. Aveva i ricordi ancora troppo nitidi, troppo vivi nella sua mente.

Wrath!!

Doveva andare da Wrath lui sicuramente avrebbe saputo cosa era successo.

A grandi passi salutando i gemelli che stavano scendendo con le loro shellan a braccetto e la piccola Nalla, si avviò verso lo studio del re.

Anche loro lo avevano salutato tranquillamente come se lui fosse sempre stato lì, sempre al loro fianco a combattere con le sue belle zanne.

Timidamente bussò alla porta dello studio. La voce ferma e autoritaria di Wrath gli rispose senza indugi “Vieni Qhuinn entra pure”.

Qhuinn tirò un sospiro di sollievo, il re lo stava aspettando. Sicuramente gli avrebbe spiegato tutto.

Ansioso aprì la porta e lo vide seduto alla grossa scrivania con Beth dietro e George acciambellato per terra al suo fianco.

Che c'è Qhuinn? Hai bisogno di qualcosa?” gli chiese Wrath alzando il viso dai fogli che stava firmando sotto lo sguardo attento di Beth.

Ecco io... hai incontrato la Vergine Scriba per me?” gli chiese timoroso Qhuinn non sapendo bene da dove iniziare per il discorso.

Le labbra di Wrath si tesero in un moto di stupore “E perché avrei dovuto incontrarla? Per te poi?” chiese posando la penna sulla scrivania e osservandolo stupito da sotto gli occhiali da sole avvolgenti.

Non abbiamo ancora chiesto il permesso di far trasferire qui Layla” prese la parola Beth “non sapevamo se vuoi fare le cose seriamente con lei oppure no. Non ci hai detto ancora nulla” concluse con un risolino la regina.

Qhuinn aprì la bocca come un pesce. E rimase muto proprio come un pesce.

Non sapeva cosa rispondergli. Possibile che... No non era possibile che si fossero scordati tutto.

Allora?” gli chiese Wrath inclinando la testa.

Non lo so. Io devo ancora capire...” mentì Qhuinn. Lui sapeva che con Layla erano solo amici ma... in questo momento era ancora troppo confuso per prendere decisioni.

Va bene pensaci. Però sareste una bella coppia” aggiunse Beth con un sorriso sincero sulle labbra.

Qhuinn si limitò ad annuire mentre usciva ancora più confuso di prima.

Una bella coppia?? Con Layla?? Oh si una bella coppia sicuramente ma solo quello. Solo bella. Non certo affiatata o innamorata.

Ripensando all'accaduto si rese conto di quanto era stato importante Blay per lui. Di quanto volesse bene all'amico. Di quanto... fosse innamorato in realtà.

Ancora confuso andò a cercarlo. Quando fu davanti alla porta alzò il pugno per bussare ma in quell'attimo la porta si aprì e Blay vestito da combattimento la varcò. Per mano teneva Saxton che vestito elegante lo seguiva con un sorriso radioso sulle labbra.

Che vuoi Qhuinn? Hai bisogno di qualcosa?” la voce fredda di Blay gli blocco il sangue nelle vene, il battito del cuore e penetrò come una lama ghiacciata nel petto.

No. Scusa. Volevo solo... solo dirti che...” le parole gli mancarono.

Bhe che vuoi?” gli chiese Blay scostandolo per uscire.

Layla arriverà fra non molto” disse lui con un sorriso tirato.

Bene grazie. A dopo.” lo liquidò Blay dandogli la schiena. “Andiamo a mangiare Saxton, ho una fame da lupi” aggiunse avviandosi con l'amico per mano.

Si certo Blay” rispose il cugino di Qhuinn.

Qhuinn gli diede le spalle e abbassò la testa. Forse si era inventato tutto. Forse aveva solo preso una testata in combattimento e tutto era frutto di un sogno. Con le spalle insaccate e un peso sulle spalle Qhuinn si avviò verso la sua camera demoralizzato.

Per questo non vide Blay voltarsi a fissarlo. Per questo non lo vide inscurirsi in volto e abbassare gli occhi colpevole e triste per aver respinto ancora una volta il suo amico.






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